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GENTILEZZA E CHIRURGIA ESTETICA

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Spesso e volentieri si parla dei risultati “cattivi” della chirurgia estetica.

Sui magazine si vede di tutto labbra a canotto, visi alla Joker, seni che sembrano esplodere.

Il concetto di bellezza è cambiato e la chirurgia estetica è lo strumento per farci sentire belli e seducenti anche se gli anni e la forza di gravità ci hanno sfiorite, ma non solo. La chirurgia estetica ricostruisce anche seni o visi deturpati da malattie o incidenti gravi.

Nessuno può condannare chi vuole sembrare un pochino più giovane, avere un viso più fresco o un seno meno cadente. Si può invece desiderare la galera per quei medici che spinti solo dall’avidità trasformano donne infelice in bambole inespressive.

Facendo un po’ di storia, per Platone la bellezza era una cosa sacra: guidava l’uomo verso il mondo delle idee. Per Aristotele e più tardi per il Rinascimento invece, la bellezza era sinonimo di misura e proporzione, espresse dalla scienza matematica. Kant più tardi, pensa che il bello sia qualcosa che si percepisce intuitivamente: secondo lui non ci sono “principi razionali” del gusto, tanto che l’educazione alla bellezza non può essere espressa in un manuale, ma solo attraverso la contemplazione stessa di ciò che è bello.

Oggi la bellezza è legata ai nostri sensi quando questi ci trasmettono sensazioni piacevoli e si collegano ad un contenuto emozionale positivo allora significa che stiamo osservando o ascoltando o toccando qualcosa di bello.

Abbiamo incontrato Luca Borra specialista in chirurgia estetica per scoprire dove chirurgia estetica e gentilezza si uniscono. Ne è uscita una bella intervista che qui proponiamo.

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